MOSTRA FOTOGRAFICA DEL COMM.  A. TORTORICI  A KEMPTEN

7 APRILE - 6 MAGGIO 2011

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Il 7 aprile scorso, nel foyer degli uffici comunali di Kempten,  ha avuto luogo la cerimonia d'inaugurazione della mostra fotografica  "La valigia dei sogni" /  "Der Koffer der Träume" - che resterà aperta al pubblico fino al 6 maggio 2011.

Questa esposizione, organizzata dal Comm. A. Tortorici (5,7,9,10,18,21),   in collaborazione con il "Freundschaftskreis Partnerstädte e. V. Kempten"  e patrocinata dall'Amministrazione della città, in occasione dei Festeggiamenti per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, mostra numerose e significative immagini d'epoca (17,18) raccolte da Tortorici, anche lui arrivato in Germania nel 1966; da anni Presidente del Comitato Consultivo degli stranieri della città di Memmingen e locale Corrispondente Consolare del Consolato Generale di Monaco di Baviera. Queste straordinarie foto in bianco e nero, in gran parte dello stesso Tortorici, appassionato e valente fotografo, documentano puntualmente i volti e la vita quotidiana dei Gastarbeiter italiani  arrivati in Germania tra il 1955 e il 1973, anno del termine ufficiale del flusso migratorio, come ha tenuto  precisare lo stesso espositore nel discorso da lui tenuto nel corso della serata e, successivamente, intrattenendosi con gli ospiti davanti ai suggestivi documenti fotografici.

Al Vernissage, che è iniziato alle 18.00, hanno presenziato il Primo Borgomastro della città, Dr. U. Netzer (2,9,11), che ha fatto gli onori di casa e il nuovo Console Generale d'Italia di Monaco di Baviera, Ministro Plenipotenziario, Dr. F. Scammacca del Murgo e dell'Agnone (3,7,9,10,11,16,17,21), che si erano già incontrati per un colloquio ufficiale nel primo pomeriggio. Incontro nel corso del quale si erano uniti poi i due Corrispondenti Consolari della zona: il Comm.  A. Tortorici, il Cav.  C. Mangano (9), i Consiglieri Comunali U. Kremser, D. Zacherle, e il Borgomastro J. Mayr, e in cui l Console Generale aveva anche apposto la sua firma nel libro d'oro della città, constatando di essere il quinto Console Italiano in visita alla città dal 1970.

La signora M. Buchenberg (1,7,10,18,21), Presidente del Freundschaftskreis e  promotrice dell'evento insieme con il Comm.  A. Tortorici e con il Dr. F. Grasso (6.9.13,21) hanno provveduto già all'inizio dell'incontro a presentare  tra di loro i numerosissimi ospiti intervenuti:  il Borgomastro J. Mayr,  diversi consiglieri comunali: C. Brög,  H. Greiter,  A. Kibler (12), T. Kiechle, Köster (5), Mangold (12), S. Oberdörfer,  E. Slavicek (12), D. Zacherle;  il Presidente del Tribunale distrettuale Dr. H. Denk (12); i numerosi soci del Freundschfatskreis: la Signora Le Méledo (13), i signori Fischer (19);  il Presidente delle Associazioni dei Lavoratori Italiani in Germania  (ACLI) Germania, Comm. C. Macaluso (4.9.13), il signor Coskun (15,19), il signor Goschler della Casa Internazionale, i Rettori di due Ginnasi: G. Dötz (10,12) und W. Presing,il signor L. Fischer (10) , e  la signora M. Dvorak (10), insegnanti, commercianti... il signor Wirth (5), le signore:  S. e L. Tortorici (7,9,17), la signora U. Macaluso (5,14,15), la signora E. Grasso (14,15,21), le signore Haselbeck e Huber (9), il signor Lerchenmüller, le signore Weixler (21), i signori Lehner (14), la famiglia Daly (14,21), la signora Lutter dell'Ufficio del Primo Borgomastro, e tanti altri, che sarebbe lungo nominare, o di cui non conosco il nome e con i quali mi scuso in anticipo per l'omissione.

Quindi, dopo un primo breve intrattenimento musicale, proposto dal duo (8) di chitarre Juan e Fernando, veramente bravo, che ha coinvolto il pubblico tra un intervento e l'altro con  suggestive canzoni "storiche", molto interessante è stato il discorso di apertura da parte della Presidente M. Buchenberg, che ha illustrato, tra l'altro,  l'iter da lei seguito per portare la mostra a Kempten successivamente ad una segnalazione fattale dal  Cav.  F.  Grasso, docente di italiano nel Freundschaftskreis  e all'Università di Scienze Applicate di Kempten.

E altrettanto interessante e divertente il breve discorso del Primo Borgomastro Dr. U. Netzer che, dopo aver dato il benvenuto ai presenti, dopo aver comunicato che dei 65.000  abitanti di Kempten un buon 25% ha "radici straniere" di cui una metà di provenienza dell'Europa dell'Est, e ricordando anche i molti competenti gastronomi italiani e, non per ultimo il più che ventennale gemellaggio con Trento, riferendosi poi a quanto comunicatogli nel colloquio di poco prima dal Console Generale Dr. Scamacca, come quel giovedì pomeriggio per lui fosse il primo incontro ufficiale con le autorità locali  bavaresi, ha concluso con la battuta: ~ "Il Signor Console ha iniziato il suo giro di incontri dal posto giusto!".

Il Ministro Dr. F. Scammacca, nel suo intervento, dopo aver porto i suoi saluti alle autorità, alle istituzioni, ai concittadini, all'espositore e a tutti i presenti, dichiarando la sua ferma volontà di intensificare ulteriormente i già buoni rapporti tra la Baviera e l'Italia e riprendendo quanto emerge anche  dalle sue linee programmatiche, presenti nel sito del Consolato, ha ribadito "la sua ferma intenzione di sostenere con il massimo impegno - utilizzando proficuamente ed al meglio le risorse disponibili – la collettività che risiede in questa regione di Germania attraverso i servizi consolari ed il proseguimento di interventi in alcuni settori essenziali ai fini di una sempre maggiore integrazione nella società tedesca: la scuola, la formazione, l’imprenditorialità e la cultura".

Ampio ed particolarmente complesso il discorso tenuto poi dal Comm. Macaluso, anche lui, come Grasso, da decenni insegnante in Baviera, che  ha rievocato – cifre alla mano e in modo articolato – tutti questi anni di emigrazione in Germania, con i problemi ad essi connessi, in parte risolti, altri da risolvere. E ha ripercorso i 60 anni di presenza italiana in Germania, in Baviera in particolare, rammentando  alcuni momenti  tristi ma anche quelli, fortunatamente, positivi, che hanno consentito ai  nostri connazionali  di evolversi da provvisori lavoratori ospiti "Gastarbeiter" al ruolo di veri protagonisti nella società tedesca, e come affidabili ed espertissimi prestatori d'opera e – come negli ultimi anni spessissimo accade –  a quello di valenti imprenditori, professionisti, e validi promotori, "veri ambasciatori" della cultura e della vita italiana in Germania, appunto di una "deutsche vita" di una "deutsch-italienisches Leben".

E non da meno è  stato il breve intervento del Comm. Tortorici che ha ripercorso a grandi linee, quanto già esposto dai precedenti oratori,  aggiungendovi anche lui alcune interessanti e divertenti notizie autobiografiche, a cominciare dalla sua entrata nel mondo del lavoro, al primo contratto con i colleghi tedeschi e non, e continuando poi con primi incontri con i connazionali insieme al padre, ai sacrifici dei primi tempi, e ricordando l'aneddoto di una improvvisata grattugia, costruita artigianalmente con un scatola di pomodori, per arricchire gli spaghetti al pomodoro  con il formaggio,  portato dal paese insieme agli altri ingredienti – a  quell'epoca quasi introvabili – e gustati poi in allegra compagnia dopo una faticosa giornata di lavoro. E che ha parlato ancora della sua ferma volontà di portarsi avanti, di fondare una famiglia, terminando infine con la dichiarazione, indicando una vecchia valigia che gli stava davanti: "Volete sapere cosa c'è in questa valigia? C'è tutta la mia felicità e la consapevolezza di essermi reso utile alla mia famiglia, alla società di accoglienza e ai miei connazionali".

E lo stesso concetto, e  il racconto di qualche esperienza personale, anche se molto brevemente, sono stati ripresi e riproposti dal Dr. F. A. Grasso, Vicepresidente delle ACLI per la Baviera, che ha esordito rispondendo in tedesco alla battuta del Primo Borgomastro riguardo all'indovinata scelta del Ministro Scammacca, che aveva deciso di cominciare il suo tour da  Kempten, con la considerazione: "Dato che Cambodunum è uno dei più antichi insediamenti romani in Germania, e noi italiani, siamo, in fondo, i loro legittimi eredi, è giusto che adesso, io, dopo i dettagliati interventi tenuti in tedesco dagli altri oratori, tenga il mio discorso  in italiano, parlando della mia esperienza personale di ben 46 anni di permanenza a Kempten; anche perché alcuni presenti sono italiani, stiamo parlando dell'emigrazione italiana in Germania e molti amici tedeschi, – tra cui alcuni miei giovani "studenti" – capiscono e parlano l'italiano". 

Grasso, continuando quindi  in italiano, inframmezzando di tanto in tanto frasi e parole in tedesco, ha parlato del suo arrivo a Kempten, del lavoro in fabbrica, dei suoi successivi studi presso  scuole e istituti superiori tedeschi e università italiane e del suo trentennale impiego come "Wanderlehrer" di italiano nei Corsi di Lingua e Cultura Italiana e del suo incarico presso la locale università, o per conto del Freundschaftskreis e nel privato e concludendo: "Come il mio caro amico Tortorici, sono felice di essere emigrato in Germania, perché, forse, proprio per questo motivo ho cercato con più forza di progredire come persona, nel lavoro e nella società. E per tutto ciò devo ringraziare la Germania e gli amici tedeschi, la mia famiglia e mia moglie; anche perché – alcuni anni  or sono –  molte cose e molti rapporti non erano così "selbstverständlich" come adesso". 

Alla fine, durante il buffet, il Comm. Tortorici, il Console Generale Dr. Scammacca,  la Signora Buchenberg,  il Presidente Macaluso ed  altri presenti come il Cav. Grasso,  hanno avuto modo di chiarire meglio  i concetti da loro appena esposti nei loro interventi all'inviata della Radio RSA, Signora M. Daltrozzo (14,15,16). Il rinfresco,  di cui si sono incaricate  in modo professionale alcune gentili signore, come le Signore Flaig (19)  e Stegherr dell'ufficio del Primo Borgomastro, si è protratto sin dopo le 20.00 e ha dato modo agli intervenuti di incontrarsi o di rivedersi, o di commentare le numerose fotografie esposte in  cui qualcuno dei presenti – come colui che scrive –   e, con grande commozione, si son potuti rivedere come erano nei lontani anni Sessanta, magari con qualche capello in più e con qualche persona cara in meno. 

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Fernando  A.  Grasso